Nel 2018 a Miami c’è stato un tasso netto di migrazione di -6.565 (4.305 persone sono arrivate e 10.870 se ne sono andate), nel 2019 era di -2.720 (3.252 persone sono arrivate e 5.972 se ne sono andate), e nel 2020, per il momento c’è un tasso netto di migrazione di -3.632 (2.736 persone sono arrivate e 6.368 se ne sono andate). Ciò che è interessante in questo studio è capire la risposta alla seguente domanda: perché i millennial non vogliono vivere ne comparare casa a Miami ?
Il primo motivo che mi viene in mente è la migrazione forzata determinata dai prezzi degli affitti alti rispetto agli stipendi. Tuttavia è anche importante tenere in considerazione che i millennial lasciano Miami anche per motivi di studio, ma poi decidono di ritornarci verso i 30 anni per perseguire la propria carriera.
Tornando ai prezzi, altre città meno costose in Florida, come Tallahassee, Orlando o Tampa sono aree molto più popolari per i millenial rispetto a Miami. Ad attrarre sono sicuramente i prezzi, dato che in queste 3 città le spese per vivere sono più economiche rispetto a Miami.
Il mercato immobiliare non sembra davvero essere influenzato da questi trasferimenti, dato che Miami continua ad essere la scelta numero uno per la generazione più vecchia che mantiene il mercato forte. I vantaggi fiscali e lo stile di vita vivace continuano ad attirare acquirenti immobiliari locali ed internazionali nella città .
Lo Stato che ha sofferto maggiormente la migrazione dei millennial è New York, che nel 2018 ha avuto un tasso netto di migrazione di -50.445 (48.612 persone vi si sono trasferite, contro 99.057 che se ne sono andate), seguito da Chicago con -7.939 (26.353 persone sono arrivate, contro 34.292 che hanno lasciato la città ) e Washington con -5.346 (19.866 persone sono arrivate e 25.212 se ne sono andate). Queste città sovraffollate hanno perso il maggior numero di millennial negli U.S.A. negli ultimi 3 anni.